Il contributo di Mirco Modolo traccia una genealogia storica delle restrizioni alla riproduzione del patrimonio culturale, dai divieti borbonici di copiare le antichità di Ercolano e Pompei alla recente legislazione italiana. Attraverso casi emblematici tratti da diari e fonti archivistiche, l'articolo rivela come lo Stato abbia costantemente affermato un controllo esclusivo sul patrimonio pubblico, promuovendo un regime normativo spesso caratterizzato da irrazionalità e limitata applicabilità.