L'articolo indaga il modo in cui l'architettura dei giocattoli viene interpretata da tre maestri (Aldo Rossi, Andrea Branzi, Riccardo Dalisi, Carlo Aymonino) e propone che tale interesse non possa essere legato esclusivamente alla loro pratica di designer, ma che vada riletto alla luce della loro critica al banale funzionalismo che ha prodotto architettura mediocre e la loro critica allo sviluppo urbano del dopoguerra in Italia.