Testo anche in inglese. - DDOI: http://dx.doi.org/10.12838/fam/issn2039-0491/n59-2022
Abstract
La Biennale di Venezia del 1980 segna il definitivo distacco tra il GRAU (Gruppo Romano Architetti Urbanisti) e Alessandro Anselmi. Talentuoso architetto, ma anche docente e redattore di alcune riviste note, Anselmi esprime il suo pensiero progettuale attraverso l’arte della mano. Il disegno anselmiano, di notevole valore figurativo, narra della poetica dei frammenti intorno al vuoto: piani e superfici che assecondano le tracce del contesto e danno vita a spazialità articolate. Negli schizzi progettuali il linguaggio di Alessandro Anselmi emerge con tutta la sua carica espressiva rivelando lo stretto rapporto tra segno ideativo e poetica; una poetica supportata da numerose riflessioni teoriche che insistono sull’insostituibile atto della mano nel processo creativo dell’architettura.