Testo anche in inglese. - DOI: http://dx.doi.org/10.12838/fam/issn2039-0491/n57/58-2021/896
Abstract
Partendo dalla figura di Étienne-Louis Boullée si tenta di affrontare una inedita lettura dei Sette spazi sacri di Simon Ungers. Attraverso l'associazione di sette tipi di spazi sacri si determinano dei binomi che legano indossolubilmente l'idea di spazio sacro, maturata da Ungers, e la capacità degli edifici, come la poesia, di risvegliare i nostri sensi che, per Boullée, conduce l'architettura – in quanto arte – verso il sublime.