L’autore esamina il sistema universitario della regione Emilia-Romagna, una delle 4 regioni italiane, assieme alla Lombardia, al Piemonte e al Lazio, con i più alto livello di investimenti in ricerca (dati Istat 2008). Questo sistema universitario è composto da 4 atenei: Bologna, Parma, Modena e Reggio Emilia e Ferrara, oltre alle sedi distaccate a Piacenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e del Politecnico di Milano. Quasi tutti gli atenei dell’Emilia Romagna, tranne l’università di Parma, hanno sedi decentrate, pertanto la distribuzione geografica risulta essere capillare. Bologna, ad esempio, ha attivato quattro poli diversamente specializzati (Ravenna, Rimini, Forlì e Cesena), che a loro volta hanno ulteriormente decentrato sul territorio le proprie attività in altri comuni. Questa diffusione e decentramento a livello territoriale del sistema universitario ha prodotto, secondo l'autore, una forte crescita di qualità urbana, per la quale è stato determinante anche lo sviluppo, il recupero e il riuso edilizio delle diverse sedi universitarie, parte integrante delle politiche di crescita e di riqualificazione urbana. Secondo l'autore quindi l’università in Emilia Romagna è stata un'occasione per la città per riqualificare il proprio patrimonio edilizio dismesso e per realizzare opere pubbliche per la ricerca e la didattica. L’articolo è corredato da note e riferimenti bibliografici.
