Contenuto in: La sfida del Piano paesaggistico per una nuova idea di sviluppo sociale sostenibile, a cura di Mariavaleri Mininni.
Abstract
L'articolo esamina in sintesi le procedure di ricognizione dei "beni paesaggistici" e di determinazione delle specifiche prescrizioni d'uso nel nuovo Piano paesaggistico territoriale regionale (Pptr) della Puglia, in conformità con le indicazioni del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Per gli immobili e le aree di notevole interesse pubblico il lavoro si è svolto in collaborazione tra la direzione generale del Ministero per i beni e le attività culturali, la direzione regionale dei beni culturali e paesaggistici della Puglia e le università pugliesi. Anche per la ricognizione dei beni vincolati (boschi e foreste, fiumi e corsi d'acqua, parchi e riserve naturali, tratturi, terre libere soggette a usi civici e zone archeologiche) si sono avviate concertazioni con i vari organi istituzionali preposti alla tutela. Per tutte le tipologie di beni si è puntato alla raccolta sistematica di tutta la documentazione originaria (decreti, cartografie vidimate, i catastali d'impianto, le cartografie storiche coeve ai decreti, ecc.). Oltre a tutti questi beni individuati in base all'art. 134 del Codice, la Regione ha individuato "ulteriori contesti paesaggistici" meritevoli di tutela (ex art. 143 del Codice). Tutte le tipologie di beni sono state organizzate in strutture tematiche, a loro volta suddivise in componenti: la struttura idrogeomorfologica, la struttura ecosistemica e ambientale, la struttura antropica e socio-culturale. Per ogni categoria di bene sono state poi indicate le specifiche prescrizioni d'uso, idonee misure di salvaguardia e utilizzazione.
