Se la natura, come "codice" o "messaggio", non e' piu' infallibile, diviene possibile instaurare un dialogo. Il paesaggio, non piu' fondale come nell'allegoria religiosa e nella scenografia mitica, torna ad essere luogo dell'opzione, dell'intelligenza e dell'errore. In una natura che vive di informazioni, e dunque di possibilita', il paesaggio deve essere progettato, anche se oggi, oppressi dal degrado, siamo portati a discorrere piu' di restauro che di progetto.