Proprio come se la natura fosse una grammatica, gli studiosi suggeriscono che essa vada intesa nel suo alfabeto fisico, nella sintassi morfologica, nei significati della vegetazione, cosicche' non sia usata come amorfo fondale per la frenesia pianificatrice. Gli autori sottolineano l'importanza di cogliere le soglie su cui vanno a frangersi i rischiosi risultati della fiducia nell'illimitato potere tecnico e antropico sulla natura.