Un grande complesso di officine viene trasformato dall'architetto M. Ferrari nella nuova sede dell'acquedotto consorziale di Borgomanero Gozzano. L'operazione e' compiuta nel rispetto degli edifici preesistenti; un ruolo determinante per la conservazione dei caratteri della tipologia industriale e' giocato dalla scelta dei materiali: il mattone delle preesistenze e' accostato e integrato col metallo utilizzato sia per le strutture che per le soluzioni formali.