L'esperienza estetica del futurismo intreccia un rapporto ambivalente con la pubblicita': da un lato l'universo della reclame e' "assunto come oggetto di mimesi in quanto epifenomeno rappresentativo della nuova realta' industriale", dall'altro la stessa pubblicita' e' "l'orizzonte ideale della morte futurista dell'arte, del suo sottrarsi al destino del museo nel farsi arte-vita". Gli ampi echi delle "architetture tipografiche" di Fortunato Depero.