Il semestre espositivo dell'Expo di Milano, ma soprattutto ciò che è avvenuto nei tre anni e mezzo precedenti, lascerà un patrimonio importante anche in termini di pianificazione dei grandi eventi, grazie ad un'intensa collaborazione e un forte coinvolgimento di tutti gli enti interessati, che si sono sentiti, forse per la prima volta nella realtà milanese, parti di una stessa e grande famiglia e che hanno saputo fare sistema. Ma è proprio a partire dal giorno dopo la chiusura dell'esposizione universale che l'operazione torna nuovamente a complicarsi. Dopo l'esposizione infatti si sono profilate due fasi distinte, ossia il fast Expo e il post Expo. Nel primo caso si tratta di far rivivere, per un paio d'anni almeno, una parte degli spazi e dei padiglioni mentre procedono le operazioni di smontaggio degli intero sito, lasciando quindi questi ancora in loco. La seconda fase riguarda invece ciò che accadrà dopo, momento ancora più complesso che ha l'obiettivo di rifunzionalizzare tutta l'aria a partire dal 2018.