L’articolo parte dalla note congiunturali prodotte a fine 2009 da ANCE e CRESME e considera le conseguenze e le opportunità emerse dalla crisi. Una crisi che i dati provenienti dalla Casse Edili misurano al 2009 in una caduta sia delle imprese che dei lavoratori operai iscritti in doppia cifra, con dati al IV trimestre ancora stimati al – 9,1.Buone prospettive per i General Contractor sui mercati internazionali, pessime per le imprese operanti su quello interno. Il settimo ciclo edilizio avrà come protagonista la riqualificazione del patrimonio esistente non per scelta ma perché gli altri segmenti sono in seria difficoltà: l’abitativo ancora in attesa del dispiegarsi di un Piano Casa che secondo CRESME potrebbe valere anche 62 miliardi di euro mentre il non residenziale privato non può che risentire pesantemente della crisi economica in atto. Una minor riduzione nelle opere pubbliche si accompagnerebbe alla generale riconfigurazione della domanda a vantaggio dei grandi interventi gestiti con modalità innovative, mentre sarebbe scarso il contributo degli appalti minori.Secondo ANCE il Piano Casa potrebbe limitare in modo consistente la recessione del 2010 e degli anni successivi, ma le previsioni restano fortemente negative per tutti i segmenti del settore. Nel caso delle nuove costruzioni abitative la forbice, a seconda del Piano Casa, varia fra un – 4,1e un minimo di –12,4. Dalle interviste emerge come lo slogan per la nuova era sia riduzione dei costi e aumento dell’efficienza. Secondo Bellicini “La crisi nelle costruzioni nel 2010 sarà grave soprattutto per le piccole imprese, serve una risposta rapida che investa il comparto delle piccole opere pubbliche”.