Storia archivistica
Melchiorre Bega nasce nel 1898 a Caselle di Crevalcore in provincia di Bologna. Diplomato nel 1919 all'Istituto di Belle Arti di Bologna, dove la famiglia si trasferisce con l'Ebanisteria Vittorio Bega e figli", per la quale segue, alla morte del padre, le opere di arredamento commissionate. Nel 1929 gli viene riconosciuto il titolo di architetto. Succede a Gio Ponti nella direzione della rivista Domus, con l'aiuto di Massimo Bontempelli, Giuseppe Pagano e Guglielmo Ulrich dal 1941 al 1942 e poi come direttore dal 1943 al 1944 della rivista Domus, aprendo il dialogo a tutte le arti. Presidente della Accademia di Belle Arti di Bologna dal 1951 al 1961. Lo studio da lui diretto inizia ad operare fin dagli anno 20. Nel 1969 sotto la sua supervisione lo studio si evolve in Bega architetti associati con l'arch. Cesare Seregni, l'architetto Luigi Pessina e il figlio, architetto Vittorio. Nel 1976 con la scomparsa di MB la denominazione dello studio viene mantenuta Dal 1926 al 1940 Bega è impegnato in restauri e arredamenti di 82 grandi alberghi in Italia e all'estero. Nel settore navale vince vari concorsi tra il 1929 e il 1940: per l'arredamento della nave Aurora nel 1929, del transatlantico Conte di Savoia, per il caccia veloce Diana nel 1941. Realizza inoltre numerosi complessi per uffici o di carattere pubblico: grattacieli, autogrill, allestimenti di fiere e mostre Nel dopoguerra si trasferisce definitivamente a Milano, Nel 1954 la ditta Bega riceve una importante commessa di mobili dalla ditta americana Altamira; la progettazione viene affidata, tra altri, a Franco Albini, Ignazio Gardella, Ico Parisi, Gio Ponti. Dal 1927 la presenza di Bega a Milano per motivi di lavoro diventa sempre più costante; qui incontra la moglie Lena Galimberti che sposa nel 1931. Si occupa in questi anni di seguire l'attività della ditta di famiglia realizzando quasi 50 progetti di arredo di negozi, alberghi e navi; Motta e Perugina sono tra i maggiori committenti, in tutta Italia. Finita la guerra Bega si trasferisce definitivamente a Milano dedicandosi alla progettazione di edifici, dato anche il notevole decremento dell'attività della ditta di famiglia, scesa da 500 a una cinquantina di dipendenti, fino a chiudere nel 1974. Nel 1956 l'imprenditore Attilio Monti gli affida il progetto del grattacielo Galfa a Milano, tra via Galvani e via Faro (da qui il nome dell'edificio), mentre il progetto per la Torre Monti, detta anche torre a cuspide, resterà incompiuto per i vincoli che la nuova normativa urbanistica aveva posto e ai quali il progetto non rispondeva. Dal 1959 al 1976 Bega realizza per l'Ente Autonomo Fiera di Milano numerosi e rilevanti progetti: la Residenza nel Palazzo delle Nazioni, il ridotto dei cineconvegni-MIFED, il nuovo salone dei Congressi al CIS-Centro Internazionale Scambi, il Palazzo Africa e il Palazzo degli Orafi, ma soprattutto degno di nota è il Padiglione 7 o della Meccanica, palazzo a più piani esteso per più di 42mila metri quadrati. L'ultimo lavoro, inaugurato due mesi prima della sua morte, è il Palazzo dei Congressi di Bologna, mentre rimane incompiuto il Palazzo dell'America Latina. Bega partecipa a tutte le Triennali di Milano, vincendo premi e concorsi. Tra le numerose onorificenze, titoli e riconoscimenti: medaglia d'oro di benemerenza per la scuola, cultura e arte dal presidente della Repubblica, premio benemerenza e medaglia d'oro dalla Provincia di Bologna, premio dell'Istituto Nazionale di Architettura, accademico d'onore all'Accademia Clementina di Bologna e all'Accademia Nazionale di S. Luca di Roma, Presidente per 12 anni dell'Istituto di Belle Arti di Bologna. Bega muore il 26 febbraio 1976, pochi mesi dopo l'inaugurazione del suo ultimo progetto: il Centro Congressi Fiera di Bologna. Nel campo del design, Bega partecipa nel 1951 con l'arch. V. Latis alla IX Triennale per la sezione alberghiera, co il Piccolo bar estivo; nel 1954 progetta e coordina la produzione di mobili in serie eseguita dalla ditta di famiglia per Altamira di NY; Nel 1957 partecipa alla mostra di Villa Olmo a tema l'ufficio di una grande società petrolifera, nel 1960 disegna un'unica sedia in legno, prodotta in serie da Cassina. Dal proprio curriculum presentato all'Odine degli architetti nella domanda di iscrizione si trova conferma della realizzazione di alcuni progetti, dei quali non abbiamo documentazione altra, nonché dell'inizio della sua carriera dal 1919 "quale direttore artistico e compropretario della Casa Vittorio Bega e figli".
Modalità di acquisizione
Donazione
Soggetto conservatore
Soggetto conservatore
Università Iuav di Venezia, Archivio Progetti
Condizioni di accesso
Accessibile e consultabile, previo appuntamento da concordare scrivendo all'indirizzo: archivio.progetti@iuav.it.
Segnatura attuale
Bega
Collocazione
Stanza compatto (materiale fotografico)
Stanza 2.5 (rotoli)
Stanza 1.7 (faldoni)
Stanza 2.4 bis (cassettiera DD-01, DD-02)