La Borsa di Milano si trovava al piano terreno del palazzo costruito dal Broggi in Piazza Cordusio, ma presto i locali si erano rivelati insufficienti per soddisfare la necessità di affiancare anche spazi dedicati alle borse merci, fino ad allora dislocate in varie zone della città (le borse merci saranno poi abolite nel 1935). L'unione Cooperativa aveva deciso di alienare i propri fabbricati nell'area compresa tra Via Meravigli, Via delle Orsole e Via San Vittore al Teatro, offrendo così una soluzione rivelatasi la più interessante per tale necessità.Tra il 1927 e il 1929 Mezzanotte effettua i rilievi preliminari sull'area da edificare. Viene così acquistato dall'Unione Cooperativa l'insieme eterogeneo di edifici di sua proprietà. Tra questi Palazzo Turati, lungo via Meravigli, viene conservato, ma Mezzanotte progetta un edificio nuovo che si innesta su questo, prevedendo un ingresso monumentale sul lato opposto, su quella che sarà Piazza Affari. A questa parte di nuovo edificio si riferisce la maggior parte dei disegni degli anni successivi. Diverse tavole datate 1929 individuano quadranti A-B-C-D: piante delle fondazioni, sotterraneo (dedicato agli impianti), sotterraneo superiore (cabine telefoniche e telegrafi), pianterreno, piani dal 1 al 5. Durante i lavori furono rinvenuti nell'area i resti di un teatro romano che causarono rallentamenti nella costruzione per tutelare e valorizzare gli scavi. Sul lato dell'edificio è presente una targa in marmo con lo schema dei ruderi del Teatro romano di Milano sottostante l'edificio. Il palazzo, che si estendeva per un totale di 6450 m² fu inaugurato nell'ottobre del 1932.
Mezzanotte si occupa anche della progettazione degli aspetti decorativi, dedicandosi alla progettazione di mobili e complementi d'arredo; per lo studio della facciata alcuni interventi vengono affidati anche a Franco Albini, mentre per la decorazione del ristorante sotterraneo, con pannelli in ceramica con soggetti femminili e allegorici, viene incaricato l'amico Gio Ponti, direttore allora della Richard Ginori. La mano di Gio Ponti è presente anche nel disegno del grande velario nella sala delle Grida: una rappresentazione della volta celeste e delle costellazioni. Come ricorda l'architetto Gianni Mezzanotte, il disegno "dovrebbe risalire all'estate del 1930...l'originale è alla raccolta Bertarelli di Milano. Qualche frammento superstite del velario demolito fu raccolto dopo il bombardamento...Il disegno rappresenta il suggerimento del progettista dell'insieme architettonico, raccolto nelle forme esecutive da Gio Ponti, seguendo una consuetudine di collaborazione che non pretendeva, allora, di fissare paternità particolari.
Molte tavole di questa unità sono numerate e datate; spesso è presente il timbro a inchiostro della Direzione lavori. In prevalenza si tratta di disegni in inchiostro di china su carta da lucido, ma molto numerose sono le copie eliografiche.
Molti disegni sono in cattivo o mediocre stato di conservazione, presentano ampi strappi e spesso lacune, e necessitano almeno di un intervento di pulitura.
Tra i disegni erano presenti anche sei pagine fronte retro, con elenco per numero di tavola dei disegni delle Cartelle 3, 4 e 5 (scatola documenti 9).
Un primo nucleo di disegni, datati settembre-dicembre 1927, riguarda lo studio preliminare dell'area e il rilievo del Palazzo dell'ex Cooperativa (ex palazzo Turati lungo Via Meravigli). Il cantiere viene aperto nell'agosto del 1929.
Riferimenti bibliografici: L. Rotti, Gio Ponti a Palazzo Mezzanotte, Federico Motta Editore, Milano 2004.
AA.VV., La Borsa di Milano. Dalle origini a Palazzo Mezzanotte, Milano 1993.
P. Mezzanotte, Il Palazzo delle Borse di Milano, in “Rassegna di Architettura”, anno IV, n. 3, 15 marzo 1932.
G. Marussig, Le arti decorative nel nuovo Palazzo delle Borse, in “Rassegna di Architettura”, n. 3 anno IV, 15 marzo 1932.
https://www.borsaitaliana.it/borsaitaliana/palazzo-mezzanotte/storia-del-palazzo/storiadipalazzomezzanotte.htm