Note
La documentazione presenta uno stato di conservazione in alcuni casi mediocre, in particolare per quanto riguarda i disegni su lucido della prima produzione architettonica: molti disegni di grande formato hanno strappi profondi.
Meda era solito riprodurre in fotocopia i suoi stessi schizzi, spesso ingrandendo fino a far sgranare il tratto sulla carta, rielaborando il disegno originale con varianti e vivaci campiture di colore a pennarello; per questo motivo si è scelto di non distinguere tra originali e fotocopie, se non per le accortezze conservative dovute ai diversi supporti. Alcuni disegni tendono a scolorirsi.
Descrizione del contenuto
I materiali dell'archivio offrono uno spaccato significativo sul percorso formativo e la vivace attività professionale di Meda: dalle cartelle con le esercitazioni ai corsi della scuola di Ulm, ai numerosi schizzi di radio e televisori Radiomarelli e di piccoli elettrodomestici Girmi, abituali presenze nelle cucine italiane degli anni Sessanta e Settanta. I modelli e prototipi presenti in archivio evocano con la forza della materialità dell'oggetto un senso di nostalgica familiarità legato all'infanzia per chi quegli anni li ha vissuti.
La serie Disegni artistici restituisce la capacità artistica di Meda e la sua predilezione per lo strumento del disegno come modalità espressiva.
In particolare i blocchi di appunti e i quaderni mostrano, proiettata sulla carta, la sua istintiva e turbinosa attività progettuale: componenti d'arredo, set fotografici, studi di impaginato, torri babeliche, figure femminili scorrono dalla biro in una danza continua e naturale; con la stessa fluidità si legano anche le cifre e le lettere, diventando anch'esse, nella loro illeggibilità, evocative di immagini diverse
Gran parte del materiale dell'archivio è costituito da disegni, per lo più muti o con un "si" cerchiato che attesta la soddisfazione per aver raggiunto la soluzione cercata: schizzi di mobili, per la maggior parte riferibili alla collaborazione con Molteni&C, studi di allestimento, progetti grafici per le campagne pubblicitarie e per il Giornale progettato in occasione delle varie edizioni del Salone del Mobile di Milano.
L'interazione tra architettura e design, e la tematica della loro sovrapposizione formale attraversano tutta l'attività di Meda in un gioco di rimandi continui: "Da piccolo vedevo strade fatte di mobili; da grande metto nei mobili pezzi trovati di architetture e palazzi" (v. intervista riportata da Raffaella Laviscio nella sua tesi di laurea, pag. 337); e ancora, sull''universo dell'ufficio': "Gli uffici delle grandi società fanno direttamente pensare alla città. Corridoi e spazi collettivi, paragonabili alla strada e alle piazze pubbliche..." (Luca Meda in Catalogo Designer's Saturday 1991, ©Techniques & Architecture, Editions Régirex-France, ottobre 1991 p.37).
Storia archivistica
Luca Meda nasce il 26 luglio 1936 a Chiavari, dove la sua famiglia passa le vacanze. Cresce e studia a Milano, dove frequenta la Scuola d'Arte di Brera. Studente irrequieto, prosegue poi gli studi in Germania, alla Hochschule für Gestaltung di Ulm, uno degli istituti di design più prestigiosi a livello internazionale, fondato nel 1954 da Inge Scholl-Aicher e diretto da Max Bill. Per accedere alla scuola non erano richiesti titoli, ma la presentazione di un progetto; Meda propone un progetto per case di vacanze a Navello. La testimonianza di Diego Peverelli, compagno di studi di quegli anni, riferisce di uno studente estremamente legato alla temperie culturale della sua Milano, alla quale fa continuamente ritorno nell'anno di frequenza della scuola. Cruciale nella carriera di Luca Meda è l'incontro con Aldo Rossi, conosciuto nello studio di Marco Zanuso; con lui e con Gianugo Polesello apre negli anni Sessanta lo studio in Corso Porta Vigentina. Insieme partecipano a molti concorsi di architettura: per il restauro e allestimento del Museo di Storia Contemporanea di Milano, per una scuola speciale a Monza, per il centro direzionale di Torino, per il monumento alla resistenza a Cuneo. Con Rossi, oltre a partecipare al concorso per la fontana monumentale a Milano nel 1962, Meda cura l'allestimento della XIII Triennale di Milano del 1964, progettando un ponte in ferro che collega l'edificio all'area verde antistante, proponendo per la prima volta un allestimento che si spinge all'esterno dell'edificio Il 1991 segna l'inizio di una ritrovata collaborazione tra i due, in occasione della XVIII edizione della Triennale: in questo caso il progetto vede l'allestimento dell'ingresso e degli spazi espositivi, ma anche di una torre a forma di T sul piazzale. Dalla fine degli anni Settanta Luca Meda si dedica al design e alla progettazione in serie. Collabora con la Radiomarelli disegnando diversi apparecchi radio e televisori e con la Girmi, per la quale progetta piccoli elettrodomestici, tra i quali frullatori ad immersione, tritatutto, una gelatiera, la macchina da caffè Caffèconcerto, il sistema di cottura a vapore La Vaporiera, la centrifuga il Naturista. Dal 1968 Meda inizia la sua trentennale collaborazione con la ditta Molteni&C con la presentazione al Salone del Mobile di Milano della serie di mobili contenitori Iride, della sedia Birillo e del tavolo King, progettati con Hans von Klier. Con l'accostamento di colori vivaci e l'utilizzo di materiale plastico Meda fa irrompere il colore e l'innovazione nella ditta, fino ad allora dedita alla produzione di mobili 'in stile', avviando un percorso nel quale sempre più si troverà a rappresentare l'immagine stessa della Molteni&C diventandone di fatto art director, curandone per anni gli allestimenti nelle varie occasioni espositive, nonché l'immagine grafica e pubblicitaria, dedicandosi fin nel dettaglio anche allo studio dei set fotografici. Progetta così una serie di mobili divenuti icone del design: la libreria Piroscafo, il divano Capitolo e la sedia Teatro con Aldo Rossi, e da solo alcune sedie tra cui Ho, le poltrone Vivette e Harmonica, il tavolo Capotavola, i divani Primafila, Oracolo, Le roi fou, la chaise longue Les beaux jours: prodotti sempre innovativi, frutto del suo particolare modo di riversare l'architettura nel design, e viceversa, guidato da un pensiero divergente e geniale; sorprendente fin nella ricerca del nome del prodotto, evocativo di riferimenti letterari (Sette volte Sette, La dodicesima notte..), di espressioni familiari (Palinfrasca) o giocato sul contrasto di termini abbinati per opposto o per affinità (Portafinestra, Risiedo, Bialbero, Controcampo...). Meda realizza anche sistemi di arredamento versatili e per questo longevi, come la serie 505, nata alla fine degli anni Settanta e ancora in produzione, o le serie Chiosco, 108, Pass. Con l'acquisizione della ditta Dada da parte della Molteni&C Meda realizza alcune cucine come Vela, Nuvola, Zelig, e soprattutto Banco, ancora in produzione e prodotto di punta per l'azienda. Per UniFor realizza la serie Misura, sistema di scrivanie per ufficio, e Progetto 25, una parete attrezzata che ancora oggi costituisce una delle più versatili soluzioni di divisione e gestione degli spazi di lavoro. Nel frattempo e per circa 13 anni Meda collabora anche con l'atelier d'arredamento Bruno Longoni, curandone l'allestimento dello stand in alcune edizioni del Salone del Mobile e progettando elementi d'arredo (letti, comodini, librerie e sedie), caratterizzati dall'utilizzo di materiali innovativi come l'ardesia, il cuoio, la tela olona. Meda muore prematuramente a Milano il 16 ottobre 1998.(Si veda anche la breve nota biografica dattiloscritta con correzioni manoscritte dello stesso Meda al verso di due disegni tra le Carte personali).
Storia dei passaggi di responsabilità giuridica
L'archivio di Luca Meda si trovava prima del trasferimento all'Archivio Progetti di Venezia nello studio milanese di via Monte di Pietà. Durante un primo trasloco avvenuto nel 1997 dallo studio precedente sito in via Montenapoleone 15 al nuovo studio di via Monte di Pietà tutti materiali erano stati inscatolati e solo successivamente suddivisi in cartelle e tubi. A seguito di accordi intercorsi con le eredi, la moglie signora Giulia Balossi, e le figlie Sofia e Chiara, il fondo è stato depositato nel febbraio 2013 con un contratto di comodato presso l'Archivio Progetti Iuav di Venezia. Il materiale di corredo, acquisito successivamente al versamento dell'archivio e costituito da cataloghi e vario materiale a stampa, sposta l'arco cronologico ("con documenti al 2019").
Modalità di acquisizione
Comodato d'uso
Soggetto conservatore
Soggetto conservatore
Università Iuav di Venezia, Archivio Progetti
Segnatura attuale
Meda