L'archivio professionale dell'ingegnere Giorgio Macchi offre al pubblico degli studiosi l'opportunità di conoscere una metodologia di lavoro, nell'ambito dell'ingegneria civile, sviluppatasi nel corso di cinquant'anni di attività di docenza universitaria e di cantiere.
I materiali del fondo si focalizzano soprattutto sull'attività svolta da Macchi insieme al figlio Stefano a partire dagli anni Novanta, quando lo Studio professionale di Milano si indirizza anche alla conservazione del patrimonio storico-architettonico.
Tra gli interventi di consolidamento strutturale figurano: il campanile di San Marco a Venezia, i minareti di Herat e Jam in Afghanistan, il campanile di San Marco a Pordenone, il Broletto e il Duomo di Pavia, il Cenacolo di Leonardo da Vinci a Milano, villa Medici e la facciata della Basilica di San Pietro a Roma, la cappella della sacra Sindone a Torino e la Torre di Pisa.
La selezione dei progetti di salvaguardia monumentale giunge al 2006, quando Giorgio Macchi è nominato tra i consulenti esperti di ingegneria strutturale dalla Società Metro C con l'incarico di esaminare l'interazione fra il tracciato della nuova linea metropolitana di Roma (tratta Clodio-Mazzini-San Giovanni) e i monumenti corrispondenti.
Risalendo alle prime esperienze professionali, le testimonianze documentarie sono più rarefatte pur toccando i principali momenti dell'attività di progettazione e ricerca scientifica dell'ingegnere, da solo e in collaborazione con importanti protagonisti dell'ingegneria strutturale italiana degli anni Cinquanta e Sessanta come Silvano Zorzi, Gianluca Papini, Dante Sangalli e Mario Astaldi. In questo momento in Italia la costruzione di ponti e viadotti procede con lo sviluppo della rete autostradale italiana e con l'economia del Paese in forte crescita. Ne sono un esempio i ponti dell'autostrada A1 (Milano-Napoli) sul fiume Po nei pressi di Mortizza e sull'Arno nelle località di Incisa e Levane, costruiti con Silvano Zorzi in cemento armato precompresso. Competenza e professionalità italiane oltrepassano le Alpi quando la Società IN.CO. (Ingegneri Consulenti, costituita da Macchi, Silvano Zorzi e Mario Astaldi) con ECA (Entreprise de Construction Astaldi) vinsero la gara per la costruzione dei viadotti di Cavachelins e Vallè Chaude dell'autostrada Parigi-Lione.
La continua ricerca di Macchi sull'utilizzo del cemento armato precompresso è documentata nell'archivio dai progetti dei ponti a piastra, sperimentati la prima volta nell'autostrada Venezia-Trieste in corrispondenza del fiume Meduna (1971-72) e sviluppati nel tempo fino al progetto del ponte sul fiume Adda a Bormio (2000-06), passando per le esperienze dei ponti Salt sul torrente Torre e Claut sul Settimana, in Friuli.
Alle soglie del nuovo millennio è la costruzione del grande tracciato della linea ferroviaria ad alta velocità Milano-Bologna (1998-2000) ad impegnare lo Studio Tecnico Giorgio e Stefano Macchi incaricato dal Consorzio TAV, ITALFERR, CEPAV Uno e dal capogruppo SNAMprogetti della progettazione esecutiva del tratto a nord di Modena.