Descrizione del contenuto
La documentazione dell'archivio di Francesco Gusso è frammentaria e solo in parte consente di ricostruire l'attività professionale dell'ingegnere. Disegni e fotografie documentano maggiormente i progetti per l'Istituto Autonomo Case Popolari di Venezia e Padova e per l'Ina-Casa, gestiti in collaborazione con altri architetti. Piuttosto significativa è anche la produzione per una committenza religiosa, dalla chiesa di Sant'Andrea di Barbarana in provincia di Treviso (1924) a quelle di Fiume e Abbazia (1940-41). Di particolare interesse è la presenza di un progetto per la nuova sede delle Associazioni Cattoliche di Mestre (1929, non realizzato). Meno documentati i lavori per la committenza privata in laguna, attestati per lo più da estratti di mappa catastali e fotografie.
Storia archivistica
Le notizie biografiche sull'ingegnere Francesco Gusso sono tratte principalmente dal suo diario personale in possesso degli eredi e dalla documentazione d'archivio. Nato a Caorle il 18 agosto 1891, si laurea in Ingegneria civile all'Università di Padova nel 1916. Nello stesso anno lavora all'Ufficio Tecnico delle Officine di Battaglia a Battaglia Terme, che in seguito alla sconfitta di Caporetto (1917) vengono trasferite a Prato. Nel 1918 Gusso è sottotenente nel 6° Reggimento Ferrovieri. Alla conclusione della guerra apre uno studio professionale a Padova con l'architetto Giuseppe Contarello, assieme al quale il quale nel 1920 partecipa al concorso per la progettazione del Tempio antoniano della Pace. Trasferitosi a Venezia, lavora per sei mesi alle dipendenze dell'architetto Max Ongaro e realizza il primo progetto, la chiesa di Sant'Andrea in Barbarana a San Biagio di Callalta (1921). A Venezia, prende parte alla vita politica cittadina come consigliere della Sezione veneziana del partito Popolare Italiano, della Congregazione di Carità e dell'Ospedale Civile di Venezia e per impulso dell'amico Giovanni Ponti diventa commissario dell'Associazione degli Esploratori italiani. Nel 1921 Gusso partecipa al concorso nazionale indetto dall'Ente Autonomo per le case economiche e popolari di Padova. Il progetto, presentato con il motto "Domus", si classifica al primo posto e in un anno vengono realizzati 78 appartamenti nell'area compresa tra le vie XX Settembre, Gregorio Barbarigo, Isabella Andreini e Piazza Castello. Nel 1922 apre lo studio veneziano in calle Larga San Moisé; nel 1924 partecipa, con il motto "Marce pax tibi", a un concorso dell'Istituto Autonomo Case Popolari di Venezia per 72 appartamenti da realizzare a Sant'Elena Partecipa inoltre al concorso nazionale per il nuovo ospedale di Udine (1922, 3° premio) e nel 1926 a quello per il piano regolatore di Bolzano. Partecipa al concorso dell'Ente Autonomo delle case Popolari di Milano per la realizzazione di un complesso abitativo di 250 appartamenti in viale Argonne a Milano (1927, 2° posto). Tra gli incarichi di edilizia privata, si ricordano villa Viola a Rovigo (1926-27) e palazzo Morosini a Venezia. Nel 1927 sposa Maria Dolfin e apre lo studio in Barbaria de le Tole a Castello, dove resta fino al 1931. Non essendo iscritto al Partito Nazionale Fascista non può ricevere incarichi da enti pubblici: per questo la sua committenza in questo periodo è soprattutto privata o religiosa A Venezia costruisce il nuovo reparto cimiteriale dell'Arciconfraternita della Misericordia e si occupa del restauro del Banco di San Marco, di Palazzo Donà e di uno stabile a San Polo dove trasferirà l'abitazione e lo studio; a Fiume progetta il centro parrocchiale di San Nicolò, ad Abbazia l'ampliamento della chiesa di San Giacomo. Partecipa al concorso per un nuovo quartiere abitativo a Napoli, a quello della cattedrale di La Spezia ed alla realizzazione della scuola del rione della Malpensata-Maddalena a Lecco. Con l'avvio del secondo conflitto mondiale, richiamato alle armi e assegnato all'Ufficio della sezione di Conegliano, si trasferisce a Pordenone. Nel 1944 rientra a Venezia. Tra i lavori più significativi di questo periodo si ricordano, la costruzione della chiesa di San Anastasio a Cessalto (1946), i concorsi Ina-casa per un lotto di nuove case a San Giuliano in collaborazione con Giuseppe Samonà, Egle Trincanato, Virgilio Vallot ed altri e sempre per l'Ina-Casa un complesso residenziale in via Forcellini a Padova, con Virgilio Vallot, Antonio Negri e Giuseppe Tombola. Del 1966 è l'ultimo progetto l'Ina-Casa a Este, in collaborazione con Virgilio Vallot (capogruppo), Enzo Bandelloni, Carlo Cristofoli, Arturo Negri e Giuseppe Tombola. Nel 1958 trasferisce abitazione e studio a Palazzo Valmarana-Cini di Pianzano sul Canal Grande. Muore a Venezia il 7 agosto 1978.
Modalità di acquisizione
Comodato d'uso.
Soggetto conservatore
Soggetto conservatore
Università Iuav di Venezia, Archivio Progetti
Segnatura attuale
Gusso